Le dichiarazioni di Giuseppe Cruciani, conduttore della trasmissione “La Zanzara”, hanno sollevato polemiche e indignazione a Foggia e non solo. Le sue affermazioni su Foggia, una città che ha storicamente affrontato difficoltà, mostrano una visione pregiudiziale.
“Foggia non solo è una città dove la criminalità spadroneggia, e non lo dico io, lo dicono le statistiche”
Cruciani inizia la sua critica attaccando Foggia sul piano della criminalità, citando statistiche senza però fornire contesto o dati precisi. È vero che Foggia, come molte altre città italiane, affronta problemi legati alla criminalità organizzata. Tuttavia, ridurre l’intera identità di una città alla sua criminalità è semplicistico e ingiusto. Le statistiche sulla criminalità non raccontano tutta la storia di una comunità: Foggia è anche una città di persone laboriose, con una cultura ricca e con una comunità che sta combattendo attivamente contro il crimine. Le difficoltà esistono, ma altrettanto esistono le persone che ogni giorno si impegnano per costruire una realtà diversa e più giusta.
“Dico anche, e lo ripeto, l’avevo già detto che è una delle città più orrende d’Italia”
Descrivere una città come “orrenda” è non solo offensivo, ma anche privo di sensibilità. Un’affermazione così drastica dimostra una mancanza di rispetto nei confronti di chi vive e lavora in quella città, cercando di migliorarla nonostante le difficoltà. Definire “orrenda” una città che ha subito gravi danni durante la Seconda Guerra Mondiale e che da allora ha dovuto ricostruire se stessa è un attacco gratuito e superficiale. Foggia, come molte altre città italiane, ha bellezze che forse non sono immediatamente visibili a chi la visita con occhi prevenuti, ma che meritano attenzione e apprezzamento.
“Ragazzi fatevi una domanda: qualcuno va a Foggia per turismo?”
La domanda di Cruciani sembra porre l’accento su un’assenza di flussi turistici significativi a Foggia, come se questo fosse l’unico criterio per giudicare il valore di una città. Se è vero che Foggia non è una meta turistica di massa come Roma o Firenze, ciò non significa che non abbia nulla da offrire. La Puglia in generale è una regione ricca di storia, cultura e bellezza naturale, e Foggia, come porta d’ingresso al Gargano, ha il suo ruolo. Il problema non è che “nessuno va a Foggia per turismo”, ma piuttosto che la città ha bisogno di una strategia di valorizzazione che Cruciani sembra ignorare del tutto.
“Significherà qualcosa questa roba qua… io non conosco una persona che dice ‘andiamo a fare un weekend a Foggia'”
Ancora una volta, Cruciani usa una logica superficiale per criticare Foggia. Il fatto che lui, o le persone che conosce, non vedano Foggia come una destinazione turistica non significa che la città non abbia valore. Non tutte le città italiane sono concepite per il turismo di massa, e ciò non le rende meno importanti o significative. Foggia ha una storia antica, un patrimonio culturale legato alla transumanza e alla tradizione agricola, oltre a essere un punto strategico per esplorare la bellezza naturale del Gargano.
“Perché non c’è un cazzo da vedere, al massimo si va nel Gargano posto di passaggio”
Questo è probabilmente il commento più ingiustificato e irrispettoso dell’intera dichiarazione. Dire che “non c’è un cazzo da vedere” ignora completamente il valore storico e culturale di Foggia. La città vanta monumenti, chiese, musei, ed è intrisa di storia. Inoltre, Foggia non è semplicemente “un posto di passaggio” per il Gargano: è un luogo che ha un’importanza strategica, storica e culturale tutta sua. Chiunque riduca Foggia a un mero “posto di passaggio” non ha colto la sua essenza e il suo potenziale.
“Ma non è colpa dei foggiani”
Questa frase sembra voler esonerare i cittadini foggiani dalle sue critiche, ma risulta quasi ironica considerando l’asprezza dei commenti precedenti. Se non è colpa dei foggiani, allora perché dipingere una città come priva di valore? Le sfide che Foggia deve affrontare non sono una colpa dei suoi abitanti, ma piuttosto un risultato di problematiche socio-economiche complesse. Tuttavia, sono proprio i cittadini a cercare di migliorare le cose, con impegno e dedizione. Cruciani sembra non riconoscere lo sforzo collettivo di una comunità che vuole cambiare la sua immagine e combattere contro i pregiudizi.
“Si sceglie di andare a Roma, a Firenze, a Milano, in Umbria, in Toscana, nel Salento oppure a Bari”
È vero che le città menzionate da Cruciani sono grandi mete turistiche, ma questa osservazione non tiene conto del fatto che l’Italia è ricca di piccole città e territori che, se valorizzati, possono diventare attraenti per un turismo più attento e meno di massa. Foggia, come altre città pugliesi, ha il potenziale per crescere anche in questo ambito. Il confronto con luoghi che hanno una tradizione turistica consolidata è ingiusto e non riconosce il fatto che ogni città ha i suoi tempi e i suoi percorsi di sviluppo.
Le dichiarazioni di Cruciani su Foggia sono ingiuste e fuorvianti. Ridurre una città complessa come Foggia a uno stereotipo basato sulla criminalità o sul turismo è un errore. Foggia ha certamente le sue sfide, ma ha anche un grande potenziale, una storia importante e una comunità che lavora sodo per migliorare la propria realtà. Le città non si giudicano solo in base ai flussi turistici o ai titoli dei giornali, ma soprattutto in base alla resilienza e all’energia dei loro abitanti. Foggia merita di essere vista con occhi più attenti e meno prevenuti.