La Fiera di Foggia, un tempo fulcro del commercio e dell’agricoltura della Capitanata, oggi giace in uno stato di abbandono che riflette la disillusione e la frustrazione di un’intera comunità. Quello che doveva essere un gioiello di sviluppo e progresso per la regione è diventato un simbolo di promesse non mantenute, ritardi infiniti e un’inerzia politica che sembra non avere fine.
La situazione della Fiera di Foggia è emblematica di un problema più ampio che affligge molte realtà del Sud Italia: l’incapacità di trasformare le risorse e le potenzialità in risultati concreti. Gli 800 posti del parcheggio multipiano, progettati per generare entrate significative, rimangono inutilizzati, un monumento all’immobilismo che ha caratterizzato la gestione dell’ente negli ultimi anni. L’interesse verso questa struttura, che dovrebbe essere un vanto per la città, sembra essere scivolato nel dimenticatoio.
Ogni anno, con l’arrivo di maggio, il mese in cui tradizionalmente si svolgeva la storica Fiera dell’Agricoltura, emerge una flebile speranza che qualcosa possa cambiare. Tuttavia, questa speranza viene puntualmente disillusa, rinviata all’anno successivo, mentre si continua a parlare di “antichi fasti” e di un rilancio che sembra sempre più una chimera. Nel 2024, l’organizzazione ha nuovamente promesso un grande ritorno, ma le parole suonano vuote in assenza di azioni concrete e di un piano realistico per riportare in vita questo importante evento.
Non sono solo i cittadini a soffrire per questa situazione. Anche le ditte che hanno eseguito i lavori di ristrutturazione si trovano a dover fare i conti con pagamenti bloccati e una burocrazia lenta e inefficace. Il commissario straordinario, Massimiliano Arena, dimessosi ormai tre anni fa, aveva già spiegato che i ritardi nei pagamenti non erano imputabili alla Fiera stessa, ma piuttosto a un flusso di denaro bloccato tra il Governo centrale e la Regione Puglia. Nonostante queste spiegazioni, la situazione non sembra essersi sbloccata, lasciando le aziende coinvolte in una situazione di incertezza.
Nel tentativo di risolvere la situazione, la Giunta Regionale ha approvato un atto integrativo all’accordo di programma, scaduto nel 2022, per riaprire i cantieri e completare i lavori di ristrutturazione. La fine dei lavori è stata fissata per dicembre 2025, ma a giudicare dai precedenti, c’è poco da sperare che questa scadenza venga rispettata. Nonostante le dichiarazioni di soddisfazione da parte dell’ex assessora ai Trasporti, Anita Maurodinoia, e la promessa che le criticità che avevano bloccato le risorse fossero state risolte, i cantieri rimangono inattivi, e il rilancio della Fiera appare ancora un miraggio.
L’ultimo tentativo di rilanciare la Fiera è stato un summit tenutosi presso l’ente stesso a marzo 2024. Durante l’incontro, i rappresentanti della Camera di Commercio e della Provincia, Damiano Gelsomino e Giuseppe Nobiletti, hanno ribadito il loro impegno a sostenere le attività organizzative e gestionali dell’ente. Tuttavia, le parole non sono state seguite da azioni concrete, e la Fiera continua a languire. Anche l’assessora del Comune di Foggia, Lucia Aprile, ha partecipato all’incontro, promettendo un impegno attivo per il rilancio dell’ente, ma anche in questo caso, le promesse sono rimaste tali.
La storia della Fiera di Foggia è anche una storia di interminabili attese e ritardi. Dal 2005, l’ente è beneficiario di finanziamenti grazie a un accordo di programma tra la Regione Puglia e il Ministero delle Infrastrutture, stipulato con l’intesa del Ministero dei Trasporti. Tuttavia, nonostante i fondi e le promesse, la Fiera non è mai riuscita a risorgere dalle proprie ceneri. Ogni tentativo di rilancio si è arenato tra ritardi burocratici, inefficienze amministrative e un disinteresse generale da parte delle istituzioni locali e regionali.
Mentre la Fiera di Levante a Bari continua a prosperare, la Fiera di Foggia sembra destinata a un lento declino. Le parole del presidente della Provincia, Giuseppe Nobiletti, sulla necessità di dare pari dignità alla Fiera di Foggia rispetto ad altre realtà simili, suonano come un triste promemoria di ciò che questa struttura avrebbe potuto essere e non è mai diventata. La mancanza di nuove modalità di governance e la persistenza di vecchie inefficienze stanno condannando la Fiera a un futuro incerto, in cui la rinascita appare sempre più improbabile.
Per risolvere i problemi che affliggono la Fiera di Foggia, non bastano più promesse vuote o dichiarazioni di intenti. È necessario un cambiamento radicale nella gestione dell’ente, che passi attraverso una riforma della governance, un’accelerazione dei lavori di ristrutturazione e un vero impegno da parte di tutte le istituzioni coinvolte. Solo così sarà possibile restituire alla Fiera il ruolo centrale che merita nel panorama economico e culturale della regione. Fino ad allora, la Fiera di Foggia rimarrà un triste simbolo di ciò che avrebbe potuto essere e non è mai diventato.