Un nuovo caso scuote il Centro di Riabilitazione di Ceglie Messapica, gestito dalla Fondazione San Raffaele. Il consigliere regionale Fabiano Amati ha rilasciato una dichiarazione che getta luce su un quarto decesso avvenuto all’interno della struttura, aggiungendosi ai tre pazienti già deceduti nei mesi precedenti. Amati non nasconde la sua preoccupazione e sollecita un’azione tempestiva da parte delle autorità sanitarie.
Secondo quanto riportato, il quarto decesso risalirebbe a lunedì scorso, e avviene in un momento particolarmente delicato per il Centro di Riabilitazione. Infatti, si attendeva una decisione giudiziaria cruciale che avrebbe potuto determinare il futuro della struttura, ma l’udienza del TAR, originariamente prevista, è stata rinviata al 18 settembre, lasciando l’intera vicenda in sospeso.
Amati ha già richiesto alla ASL di Brindisi di avviare una verifica approfondita su quanto accaduto, in linea con quanto fatto in occasione dei decessi precedenti. Tuttavia, nonostante l’urgenza della situazione, non ha ancora ricevuto alcun aggiornamento. Questa mancanza di risposte ha spinto il consigliere a inviare un ulteriore sollecito all’assessorato regionale, chiedendo che si faccia pressione sull’ASL affinché venga fornita una risposta rapida e, soprattutto, esaustiva.
Amati, pur riconoscendo che pazienti in condizioni critiche sottoposti a riabilitazione intensiva possono andare incontro al decesso nonostante le cure, sottolinea l’importanza di fare chiarezza. Non si tratta solo di accertare la causa specifica della morte, ma di garantire che la qualità delle cure fornite nel Centro di Riabilitazione sia adeguata e conforme agli standard previsti.
Questo richiamo alla trasparenza diventa ancora più rilevante alla luce di alcune segnalazioni preoccupanti. Il Dipartimento di Prevenzione della ASL avrebbe, infatti, evidenziato carenze significative nella somministrazione delle cure, un dato che, se confermato, non può essere ignorato.
Uno degli aspetti più inquietanti della vicenda riguarda la gestione clinica del quarto paziente deceduto. Amati fa riferimento a un quadro clinico che descrive il paziente come affetto da persistenti scariche da oltre un mese. Questo stato di salute sarebbe stato trattato come una semplice irritazione del colon, una diagnosi che potrebbe non aver colto la gravità della situazione. Ancora più grave è la mancanza, o la presunta mancanza, di una cura antibiotica appropriata, che, in un contesto di tale complessità, avrebbe potuto fare la differenza.
Amati esprime dubbi su come sia stata affrontata la situazione, e chiede che vengano approfondite le cause del decesso. Se le carenze evidenziate si rivelassero reali, potrebbe trattarsi di una questione non solo di responsabilità professionale, ma anche di una potenziale violazione dei diritti dei pazienti.
Il rinvio dell’udienza del TAR al 18 settembre non fa che alimentare l’incertezza attorno alla vicenda del Centro di Riabilitazione San Raffaele. La struttura si trova al centro di un delicato procedimento giudiziario, che vede coinvolte non solo le autorità sanitarie locali, ma anche la gestione della Fondazione stessa. Questa complessa situazione rende ancora più urgente l’esigenza di trasparenza e di azioni immediate per verificare se la qualità delle cure sia adeguata.
Amati non nasconde la sua frustrazione per l’assenza di risposte concrete da parte delle istituzioni sanitarie competenti. La sua richiesta non si limita a ottenere un resoconto formale, ma punta a una verifica accurata e approfondita che possa fare luce sulle reali condizioni all’interno della struttura.
Alla luce di questi sviluppi, la richiesta di Fabiano Amati rappresenta un richiamo forte e chiaro alla responsabilità delle istituzioni sanitarie. La salute e il benessere dei pazienti, soprattutto di quelli in condizioni critiche, devono essere la priorità assoluta di ogni centro di riabilitazione e cura. Qualunque segnalazione di negligenza o carenza deve essere affrontata con la massima serietà e tempestività.
Il consigliere regionale conclude il suo intervento ribadendo che non si possono accettare ritardi o omissioni in casi di tale gravità. La vita dei pazienti è troppo importante per essere lasciata nell’incertezza, e spetta alle autorità sanitarie locali e regionali garantire che ogni singola struttura operi nel rispetto degli standard e delle normative vigenti.
La vicenda del San Raffaele di Ceglie Messapica continua a sollevare interrogativi e preoccupazioni, non solo tra i familiari dei pazienti, ma anche nell’opinione pubblica. Il quarto decesso, unito alle segnalazioni sulle presunte carenze nelle cure fornite, rappresenta un caso che richiede un’attenta indagine e una rapida risposta da parte delle istituzioni coinvolte. Fabiano Amati, con il suo intervento, mette in evidenza la necessità di chiarezza, responsabilità e azione immediata. L’attesa per l’udienza del TAR aggiunge un ulteriore elemento di incertezza, ma una cosa è certa: la salute dei pazienti non può attendere.