Scoperto “Polo” di falsi diplomi a Foggia: nove arresti

Un’importante operazione della Guardia di Finanza ha portato alla luce una vasta rete criminale dedita al rilascio di falsi titoli di studio in Puglia, culminata con l’arresto di nove persone e sequestri per un valore di circa 10 milioni di euro. Tra i centri coinvolti, spicca un ‘polo’ a Foggia, facente parte di un’organizzazione più ampia con base a Trani.

L’inchiesta, denominata Zero Titoli, ha svelato un sistema ben strutturato che vedeva la partecipazione di scuole e società collegate a enti universitari falsi o con titoli privi di valore legale in Italia. Il gruppo di Foggia era una delle tre costole dell’organizzazione, che sfruttava anche un’università privata albanese per distribuire diplomi e certificati privi di valore. Due indagati, inoltre, avrebbero corrotto un funzionario governativo albanese per garantire l’accreditamento dell’istituto.

Gli arresti e l’accusa

L’operazione, condotta dalle Fiamme Gialle di Bari e Bat, ha portato all’arresto di nove persone accusate di reati come associazione per delinquere, truffa aggravata, falso materiale, corruzione e autoriciclaggio. In totale, 41 persone sono indagate a vario titolo. Tra gli arrestati figurano nomi come Maria Saveria Modaffari, Fortunata Giada Modaffari e Lucia Catalano, residenti in Puglia e Calabria, tutti ritenuti coinvolti nel rilascio di falsi diplomi.

Il modus operandi

L’organizzazione aveva sviluppato un sistema complesso per rilasciare falsi diplomi utilizzando società di copertura all’estero, principalmente a Cipro, Regno Unito e America Latina. Attraverso siti web e piattaforme social, venivano pubblicizzati titoli “riconosciuti”, utilizzati per accedere a concorsi pubblici o a incarichi lavorativi, soprattutto nel settore scolastico. Gli aspiranti insegnanti pagavano fino a 8mila euro per ottenere diplomi inutili.

Divisioni interne e false certificazioni

Il gruppo criminale si era diviso in diverse compagini, tra cui quella di Foggia, che sfruttava un’università privata albanese per vendere certificati di laurea e diplomi. Alcuni clienti, ingannati dall’organizzazione, si sono visti offrire pergamene falsificate, con loghi e apostille contraffatte, in cambio di ulteriori pagamenti.

Il commento delle istituzioni

Il Ministro dell’Università, Anna Maria Bernini, ha elogiato l’operato della Guardia di Finanza, definendo l’inchiesta una vittoria contro chi cerca di ingannare gli studenti e la meritocrazia: “Queste truffe danneggiano chi, con impegno, si dedica a un percorso formativo autentico. Continueremo a combattere con tutti i mezzi possibili per difendere il merito e la trasparenza nel sistema educativo italiano.”

L’operazione Zero Titoli ha messo in evidenza una rete criminale radicata che, per anni, ha operato sfruttando la fragilità di un sistema che si è rivelato vulnerabile a falsificazioni e corruzione. Il danno arrecato, non solo economico ma anche sociale, è incalcolabile, poiché ha minato la fiducia nel sistema educativo italiano.