Foggia si trova di fronte a un’emergenza che va oltre la crisi sanitaria e tocca il cuore del sistema di assistenza: la sicurezza del personale medico. Le continue aggressioni che i medici e gli infermieri del Policlinico Riuniti subiscono ogni giorno sono diventate insostenibili. Stamattina, in viale Pinto, i lavoratori della sanità hanno lanciato un grido d’allarme, chiedendo misure immediate per fermare questa spirale di violenza e riportare dignità e sicurezza nel loro ambiente di lavoro.
La situazione è gravissima: il personale sanitario vive ogni turno con la paura di essere aggredito, un timore che sta spingendo molti a dimettersi, contribuendo a un ulteriore svuotamento dei reparti e del pronto soccorso. È un circolo vizioso che non si riesce a spezzare: più diminuisce il personale, più aumentano le attese e il malcontento dei pazienti, che sfocia, troppo spesso, in episodi di violenza.
I sindacati della sanità foggiana, sostenuti dai colleghi di tutta la Puglia, chiedono con forza un intervento deciso: è necessario un riassetto organizzativo che aumenti il numero di medici e infermieri, migliori le condizioni di lavoro e tuteli il servizio destinato agli utenti. Solo così si può evitare il collasso dei reparti di emergenza e delle strutture sanitarie locali.
Secondo il direttore generale del Policlinico Riuniti, Giuseppe Pasqualone, il vero problema non è solo la carenza di personale, ma la riluttanza degli operatori a lavorare in reparti come il pronto soccorso, proprio a causa delle frequenti aggressioni. “Il problema è di volontà”, ha dichiarato Pasqualone, sottolineando che l’insicurezza percepita è una delle principali cause di questa fuga dai reparti critici.
Questa situazione non può continuare. Oltre a tutelare i medici, bisogna anche garantire ai cittadini un’assistenza sanitaria efficiente. Il personale sanitario è ormai esasperato, e la Regione deve prendere misure immediate per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro e proteggere coloro che, ogni giorno, si impegnano a salvare vite umane.