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La Corea del Nord entra di fatto al fianco della Russia nella guerra contro l'Ucraina. E' il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a denunciare formalmente l'ingresso di Pyongyang e di Kim Jong un sul teatro bellico accanto alle forze di Vladimir Putin. "Vediamo un'alleanza sempre più stretta tra la Russia e regimi come quello della Corea del Nord. Non si tratta più di un semplice trasferimento di armi. Si tratta ormai di portare uomini dalla Corea del Nord alle forze militari di occupazione", dice il leader di Kiev certificando quello che analisti e esperti hanno ipotizzato negli ultimi giorni. Corea del Nord e Russia hanno siglato a giugno un patto globale di partnership strategica durante la visita di Putin nel paese asiatico. L'accordo porta le relazioni tra i 2 paesi "ad un nuovo livello" e "prevede assistenza reciproca nel caso in cui uno dei due Paesi venga attaccato'', ha spiegato all'epoca il presidente russo Putin parlando di ''fornitura di assistenza reciproca in caso di aggressione contro una delle parti dell'accordo". Da oltre un anno, Kim Jong-un fornisce alla Russia armi e munizioni. Ora, la partnership è passata ad un livello differente. In particolare l'Institute for the study of war (Isw), think tank americano che monitora il conflitto dalle fasi iniziali, in uno degli ultimi rapporti ha evidenziato che i soldati nordcoreani si troverebbero già in Ucraina a combattere a fianco delle truppe russe e che prima di scendere sul campo di battaglia verrebbero addestrati in Russia. Zelensky non usa il condizionale e dà per certo l'asse bellico Mosca-Pyongyang. La svolta, dice il presidente ucraino, obbliga Kiev a cercare adeguate contromisure. "In tali circostanze, le nostre relazioni con i partner devono svilupparsi ulteriormente. La prima linea ha bisogno di più supporto. Quando parliamo di dare all'Ucraina più armi a lungo raggio e rifornimenti più decisivi per le nostre forze, non si tratta solo di un elenco di equipaggiamento militare", afferma sollecitando non solo armi e munizioni. "Si tratta di aumentare la pressione sull'aggressore, una pressione che sarà più forte di quella che la Russia può gestire. Si tratta di prevenire una guerra ancora più ampia", dice Zelensky invocando un impegno maggiore da parte della coalizione occidentale. Il presidente ucraino è reduce da un tour nelle capitali europee – Londra, Parigi, Roma, Berlino – e da una serie di incontri con i leader a cui ha illustrato il suo piano per la vittoria. Il presidente ucraino ha detto e ripetuto che la guerra può essere chiusa entro la fine del 2025. Intanto, però, la stampa internazionale inizia a delineare uno scenario – valutato anche a Kiev – con un possibile epilogo del conflitto caratterizzato dalla cessione di territori a Mosca, con formule e criteri al momento non definiti. "La vera pace può essere raggiunta solo attraverso la forza, l'intera prossima settimana sarà dedicata a lavorare con i nostri partner per acquisire ulteriore forza e per la vera pace. Gli staff lavoreranno. Ci sarà anche lavoro con i leader. Contiamo molto su decisioni tempestive", dice. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)